mercoledì 28 novembre 2012

Club di Scacchi Slava

Mossa al Nero
La posizione in esame si è verificata nella partita Giannardi-Serafini, giocata ieri presso il Club di Scacchi "Slava".
Tralasciando l'apparente assurdità della posizione, il Bianco minaccia la spinta in c5, che creerebbe problemi sia per l'attacco su f7 sia per la difesa del pedone in e4.
Serafini ha giocato 1...De7, che tutto sommato è una mossa ragionevole perchè para le minacce.
Però questa mossa non contribuisce allo sviluppo, ed anzi blocca l'alfiere in e7.
La domanda è: avrebbe potuto il Nero difendersi indirettamente da questa minaccia, ossia effettuare una mossa che oltre a farlo progredire nello sviluppo avrebbe reso vana la eventuale spinta in c5 del Bianco ?
Trovate la risposta alla fine dell'articolo.

L'incontro di ieri ha segnato il clamoroso ritorno di Amir Nakhaei, AKA Nakamura (per i pochi ammiratori), AKA Nakammicia per i numerosi detrattori.
Amir ha inscenato una partita dal sapore antico con Nicholas Ricci, che però non ho la possibilità di proporvi poichè i formulari risultano incomprensibili ...
Vi propongo quindi la seguente partita, in cui Angel Regmi (a seguito di una svista, in verità), subisce clamorosamente dal giovane Andrea Bardelli.




Ed ora, come promesso, la soluzione del quesito posto all'inizio:


martedì 27 novembre 2012

Gli arrocchi eterogenei

arrocchi eterogenei
Diagramma 1
Nella sesta lezione del corso di scacchi sul mediogioco, svolto come sempre presso il DLF di Pisa, abbiamo affrontato il tema degli arrocchi eterogenei, o contrapposti.
Quando i Re dei due giocatori sono arroccati su lati opposti della scacchiera, si sviluppa in genere una battaglia sul filo del rasoio.
Entrambi i giocatori hanno un obiettivo abbastanza chiaro, e normalmente chi riesce a precedere l'avversario nella realizzazione, anche a costo di sacrifici di materiale, ottiene il vantaggio.
E' ovvio che in posizioni del genere, il minimo dettaglio possa fare differenze enormi.
In posizioni con gli arrocchi contrapposti, svolgono di solito un ruolo primario le spinte di pedone sull'arrocco avversario, con l'idea di aprire linee e/o di creare case deboli intorno al Re avversario.
Chiaramente, non è sufficiente spingere pedoni addosso al Re avversario.
Nella situazione dinamica che si viene a creare quando ci sono arrocchi contrapposti i fattori più significativi da tenere presenti sono:

  1. Il tempo
  2. L'iniziativa
  3. Il controllo del centro
  4. La maggiore concentrazione di forze sul lato ove attacchiamo.
La posizione raffigurata nel diagramma 1, si è verificata nella Rubinstein-Teichmann, Vienna, 1908, ed illustra l'importanza di aprire linee sull'arrocco avversario, anche a costo di sacrifici, per accelerare l'attacco.

Dietro richiesta più o meno esplicita degli allievi, siamo poi passati a studiare la famosa partita Fischer-Larsen Portorose 1958, che si può trovare commentata nel libro "60 partite da ricordare" .
Visto siamo rimasti per più di due ore a districarci nel mare delle varianti e delle idee, non riporto qui tutto quello che abbiamo visto.
Chi volesse gustarsi cmq la partita, la trova ad esempio qui:

Robert James Fischer vs Bent Larsen

In questo articolo invece , illustro un'altra partita, tratta dal bel libro: The Sicilian Dragon-David Vigorito-Everyman Chess 2011
La partita in primo luogo serve in primo a rassicurare gli allievi che giocare il Dragone non equivale necessariamente a fare da agnello sacrificale all'attacco del Bianco.
In secondo luogo, illustra chiaramente come i minimi dettagli possano cambiare totalmente le sorti della partita.


domenica 25 novembre 2012

Ancora sul Re al centro: Soluzioni

Come promesso, ecco le soluzioni ai quesiti posti nel precedente articolo

La prima posizione in esame è tratta da una partita giocata in simultanea da Alexander Alekhine contro un non meglio identificato Vasic.
Per la cronaca, ecco l'intera partita:


Il secondo diagramma è tratto invece dalla celeberrima partita Anderssen-Dufresne, giocata a Berlino nel 1852, conosciuta come La Sempreverde (The Evergreen).
Riportiamo anche questa partita integralmente:



Il terzo esempio è tratto da una partita giocata nel 1963 a Mosca.
In questo caso la riportiamo a partire dalla posizione data.

giovedì 22 novembre 2012

Ancora sul Re al centro


Nell'articolo precedente  abbiamo visto come in alcuni casi, in cui il centro è chiuso, il Re possa rimanere abbastanza sicuro al centro mentre ci  lanciamo in un attacco sull'ala.
La seguente partita, tratta dal libro: "Play The St. George", di Michael Basman, illustra questo concetto.
A parte i dettagli della partita, notate come di fatto il Re nero sia stato piu al sicuro di quello Bianco.



Per ricordarci però che queste sono eccezioni, e che la norma è quella di portare il Re al sicuro arroccando, tre esempi che ci ricordano i disastri a cui possiamo andare incontro se ci attardiamo con il nostro Re al centro.


La soluzione del primo diagramma è relativamente semplice, in effetti si tratta di un Matto in 2
Il Bianco muove e vince


La soluzione del secondo diagramma è invece parecchio più difficile, ma si tratta di una delle partite più famose della storia scacchistica di sempre, per cui va saputa:


Il Bianco muove e vince

Nella terza posizione, il Bianco sfruttando la posizione centrale del Re Nero riesce ad arrivare ad un finale a lui favorevole. Ma come ?

Il Bianco muove e vince
Si accettano soluzioni attraverso i commenti, altrimenti le soluzioni ufficiali verranno postate domenica.

Ancora sull'importanza dello sviluppo

In questo post una partita giocata martedì presso il Club di Scacchi "Slava" ospitato presso il Liceo Scientifico "Buonarroti" di Pisa.
L'invito ai ragazzi (ma a chiunque possa essere interessato) è quello di riguardare la partita, cercando di autoconvincersi che effettuare attacchi alla "viva il parroco", e rimanere indietro di sviluppo, è MALE.


martedì 20 novembre 2012

Sviluppo o materiale

In questa istruttiva partita, illustriamo ancora una volta l'importanza dello sviluppo dei pezzi in apertura, che spesso è più importante del vantaggio materiale.
Alla nona mossa il Bianco, avrebbe potuto rinunciare a tenere il pedone di vantaggio, lasciando però il Re avversario a centro scacchiera. In questo modo sarebbe stato in vantaggio.
In cambio del pedone, il Nero ottiene un vantaggio di sviluppo e una iniziativa che per lo meno compensano interamente il materiale in meno.
Il Bianco poi si dimostra ingordo, andando a catturare un secondo pedone, e viene a trovarsi in seria difficoltà.

Il Re al centro della scacchiera

Scacchiera
Muove il Nero
Prima di iniziare la lezione vera e propria, ci siamo riscaldati risolvendo alcuni esercizi di tattica.
Il diagramma in figura rappresenta uno di questi, rimasto insoluto.
Provate a risolverlo ora con calma, la soluzione la trovate alla fine dell'articolo.

Come si evince dal titolo, la quinta lezione del corso di scacchi sul mediogioco ha trattato il tema del Re al centro della scacchiera.

Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il gioco degli scacchi, conosce benissimo l'importanza dell'arrocco.
Ma se il Re del nostro avversario si attarda nel centro della scacchiera, come possiamo sfruttare ciò a nostro vantaggio ?

I presupposti perché il nostro attacca abbia successo, sono uno sviluppo dei pezzi superiore, e la possibilità di mantenere a lungo l'iniziativa.
Quando attacchiamo il Re al centro della scacchiera, dobbiamo cercare di:
  1. Evitare per quanto possibile che possa rifugiarsi su una delle due ali della scacchiera.
  2. Aprire quante più linee (colonne e diagonali) intorno al Re avversario.
  3. Far partecipare all'attacco quanti più pezzi possiamo.
  4. Cercare di sfruttare la disarmonia dei pezzi avversari, che spesso si riscontra quando c'e' il Re in mezzo alla scacchiera, che intralcia i propri pezzi.
Numerosi esempi anche spettacolari di partite in cui il Re rimane al centro della scacchiera, si trovano nelle partite classiche , di giocatori come Morphy, Anderssen, etc..
Probabilmente le vedremo in qualche articolo futuro.
Per questa lezione, invece abbiamo mostrato due esempi relativamente recenti.
Nel primo, tratto dalla partita Tatai-Karpov, il Nero ha un pedone in meno, ma i pezzi molto più sviluppati. Il Bianco in particolare ha un Cavallo in d1 che pare abbastanza mal piazzato, e non ha ancora arroccato.
Se il Bianco riuscisse ad arroccare, forse avrebbe il tempo di riorganizzarsi e di far fruttare il pedone in più.
Ma Karpov riesce ad impedire che ciò accada con un mossa sorprendente.





Nel secondo esempio, tratto da una partita tra Fischer e Rubinetti (che perde ...), assistiamo ad un tipo di sacrificio piuttosto "standard" in certe varianti della siciliana, dove il Bianco sacrifica un pezzo in d5 per poter aprire la colonna 'e' e piombare sul Re avversario.



Anche se di norma il Re è più sicuro quando è arroccato, questo non è vero nel 100% dei casi. Abbiamo visto dagli esempi precedenti che per attaccare il Re al centro è necessario aprire linee.
In alcune posizioni in cui il centro è bloccato, il gioco si trasferisce sulle ali.
In questi casi, il Re può essere meglio protetto al centro, che non su un'ala.
Ecco un esempio di quanto può accadere:



Cercate di studiare attentamente queste partite, magari andando ad investigare varianti che non sono state sviscerate.
Magari fra qualche giorno pubblicherò qualche esercizio su questo tema.

E ora, come promesso, la soluzione all'esercizio di tattica (preso da Ideachess).

domenica 18 novembre 2012

Un'altra partita dal corso dei ragazzi.

In questo post un'altra partita del corso per i ragazzi.
Chiaramente ci sono errori ed imprecisioni, però per lo meno questa ha le sembianze di una partita a scacchi :-)
Scherzi a parte, in questa partita si impara che quando il nostro avversario ha un Cavallo in e5, dobbiamo stare attenti a spingere il pedone in f5.




Una partita dal corso per ragazzi

In attesa in un resoconto più dettagliato dell'ultimo incontro del corso per ragazzi, posto una partita che ho giocato con l'allievo più "anziano".
Alcune idee su questo tipo di apertura le abbiamo viste in dettaglio nella prima lezione del corso sul mediogioco, però purtroppo questa lezione non è presente sul blog.


Comunicazione di servizio
A partire da questo articolo per visualizzare le partite inizio ad utilizzare il programma pgn4web che mi sembra eccellente.
L'ho testato con tutti i browser a mia disposizione, pregherei chi avesse problemi a visualizzare la scacchiera di comunicarmelo. Grazie.

sabato 17 novembre 2012

Troppo facile ?

Muove il Bianco
Supponiamo che in una partita per corrispondenza raggiungiate questa posizione con il Bianco.
La mossa è a voi.
Per fare gli sbruffoni decidete di inviare una mossa condizionata del tipo:
1.mossa 1, qualsiasi del Nero
2.mossa 2
Cosa dovete scrivere al posto di  mossa 1 e mossa 2 per essere sicuri di avere sicuramente ancora partita vinta alla fine ?

venerdì 16 novembre 2012

L'occasione mancata

Muove il Nero

Nella posizione del diagramma, il Nero ha una Torre in più, ma la sua situazione appare drammatica.
Si può salvare ? Se si, che mossa giochereste al posto suo ?
Potete proporre le vostre varianti nei commenti,  domenica posterò LA SOLUZIONE.
P.S. Chi bara utilizzando engines e database, è un sacripante !

giovedì 15 novembre 2012

L'attacco sul punto f7

Diagramma 1
La posizione del diagramma 1 raffigura una notissima posizione che deriva dall'apertura dei 2 Cavalli.
1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Bc4 Cf6 4.Cg5
La mossa del testo attacca il punto f7, anche se contravviene ai principi generali dell'apertura, che vieterebbero di muovere senza motivo un pezzo due volte se non si è completato lo sviluppo.
La chiave di tutto è il "senza motivo".
Il Bianco si può permettere di perdere dei tempi, se in cambio ottiene qualcosa di sufficientemente valido.
In questo caso particolare si vede che la mossa in questione è una valida alternativa ad altre mosse di sviluppo:






Diagramma 2


Questa posizione, per certi versi simile alla prima, si è verificata nella partita tra Elena Muceli e Rocco Milluzzo, durante una lezione del corso principianti ad ATTUTTAMBIENTE.
La sequenza di mosse e' stata:
1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Cc3 Cf6 4.Ac4 d6?! 5.Cg5!
In questo caso , a causa della quarta mossa del Nero, per lo meno imprecisa, la mossa 5.Cg5 si rivela una mossa senz'altro buona.
Vediamo anche in questo caso qualche analisi:













Diagramma 3
Ancora una posizione simile, che si può generare ad esempio dopo le mosse:
1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Cc3 Cf6 4.Ac4 Ae7 5.Cg5?
In questo caso la mossa di Cavallo si rivela un vero e proprio errore.
La differenza sta nel fatto che ora il Nero può parare la minaccia semplicemente arroccando, cioè effettuando una normale mossa di sviluppo.
Il Bianco non ottiene nulla in cambio della perdita di tempo, e la mossa 5.Cg5 non è giustificata.
Per inciso per chi non lo sapesse, se dopo 5...0-0  il Bianco decide di prendere in f7 , ad esempio 6.Axf7+ Txf7 7.Cxf7 Rxf7 si arriva alla seguente posizione (Diagramma 4):






Diagramma 4
Sebbene da un punto di vista "numerico", lo scambio effettuato è "alla pari" (3+3=5+1=6), in realtà qui il Bianco sta peggio.
Il motivo principale è che nel mediogioco, a parità di altri fattori, due pezzi minori sono molto più forti di una Torre.
In secondo luogo, notate come in questa posizione il Nero sia molto più sviluppato del Bianco, ed il motivo è che i pezzi del Bianco che sono spariti dalla scacchiera, hanno effettuato un totale di 5 mosse (3 il Cavallo e 2 l'Alfiere) e le mosse giocate spariscono insieme ai pezzi.






Diagramma 5



L'ultima posizione analizzata, sempre simile alle precedenti, può essere interessante anche per i giocatori un po' più scafati.
Può derivare ad esempio da una difesa Philidor:
1.e4 e5 2.Cf3 d6 3.Ac4 Cf6 4.Cg5
Di primo acchitto questa mossa sembra buona perchè il Nero per parare la minaccia in f7 è subito costretto a perdere un tempo, muovendo nuovamente il pedone 'd'.
Ma la faccenda non è così chiara:
4...d5 5.exd5 h6! (vedi Diagramma 6)








Diagramma 6

La differenza rispetto alle altre posizioni è che in questo caso il Nero, non avendo ancora giocato il Cavallo in c6, ha il tempo di scacciare il Cavallo da g5.
Dopo la continuazione pressoché forzata: 6.Cf3 e4 la posizione è per lo meno complessa, e a mio modesto avviso in questo caso alla mossa 4.Cg5 , che pure non può essere considerato un errore, erano da preferire normali mosse di sviluppo quali 4.Cc3, 4.d3, 4,d4.






Di seguito un paio di partite che mostrano come il Bianco in questa variante possa trovarsi in difficoltà.





mercoledì 14 novembre 2012

Errori di calcolo

Muove il Bianco
Nella quarta lezione del corso sul mediogioco, dopo aver risolto alcuni esercizi tattici di "riscaldamento", abbiamo analizzato la seguente posizione, tratta da una partita del 1939 tra Euwe e Keres.
Il Bianco ha il Cavallo attaccato, ed è facile rendersi conto che non ci sono alternative a quella di spostare il Cavallo stesso.
Le mosse candidate quindi, in questo caso si conoscono in maniera precisa, sono le 5 vie di fuga del pezzo attaccato (h4, e5, d2, e1,g1).
La posizione è tale che il Bianco non può scegliere la propria mossa in base a principi generali, in quanto il Nero dispone di una minaccia abbastanza concreta (vedete quale ?).
Cercate di trovare la mossa giusta, tenendo presente che Euwe non giocò la mossa giusta !
Trovate la soluzione alla fine dell'articolo.


Dopo siamo passati al vero argomento della lezione, cioè un esame di alcune delle possibili tipologie di errore che si possono fare durante il calcolo delle varianti.
E non parliamo di errori di metodo (tipo il saltare sconclusionatamente da una mossa candidata all'altra oppure effettuare una mossa senza averla calcolata minimamente), ma a veri e propri errori psicologici.
Il tipo di errore più caratteristico di questa tipologia, quello che probabilmente è alla base di tutti questi tipi di errore, è l'errata assunzione.
Quando dobbiamo calcolare una variante, in maniera più o meno inconscia scartiamo subito alcune mosse. E' necessario fare così, altrimenti l'albero delle varianti esploderebbe in breve.
Ad esempio, se ho subito uno scacco ed il mio re si trova in g2, automaticamente escluderò dall'analisi mosse del mio pedone in a2.
L'esclusione delle mosse avviene in base alle nostre esperienze ed alle nostre conoscenze, e man mano diventa un automatismo, della cui potenza a volte non ci rendiamo conto.
A questo proposito vi racconto un aneddoto.
A scacchi cinesi (Xiangqi) il Cavallo muove come il suo omologo europeo, con la differenza che NON SALTA (va di una casa in orizzontale/verticale e poi di una in diagonale).
Io conosco perfettamente questa regola, ma una vita passata a giocare a scacchi occidentali ha fatto si che io interiorizzassi la nozione che se dò scacco al Re con il Cavallo, l'altro DEVE muovere il Re.
Come conseguenza di ciò,  giocando a scacchi cinesi, non di rado mi capita di sbagliare i calcoli perchè non vedo che il mio avversario può parare lo scacco bloccando la via al mio Cavallo.
Ma vediamo qualche esempio di errata assunzione preso da partite reali.





Ecco un altro esempio dello stesso concetto:





Un meccanismo mentale simile è quello che può far mancare di vedere durante le analisi la cosiddetta MOSSA INTERMEDIA (zwischenzug), che in effetti può essere considerata un caso particolare di errata assunzione.
Se stiamo creando una minaccia, siamo portati a pensare che l'avversario debba difendersi da tale minaccia.
La mossa intermedia invece rompe questo flusso logico, in quanto il nostro avversario invece di parare la nostra minaccia, ne crea una più forzante, cambiando il corso degli eventi.
Di seguito un esempio in cui il grande Kasparov ne rimane vittima (anche se poi inopinatamente vince comunque la partita):




Come abbiamo detto, nel mancare una mossa intermedia si fa l'errata assunzione che ad una minaccia debbo corrispondere una difesa.
Errori di pensiero simili, si hanno quando assumiamo che durante una serie di mosse forzanti, TUTTE LE MOSSE DEBBANO ESSERE FORZANTI.
Invece a volte, la mossa che decide e' una mossa apparentemente tranquilla, e pero' al tempo stesso letale.
Vediamo un esempio:





Un altro tipo di mossa che tende a sfuggire nell'analisi, è quella in cui stiamo analizzando una serie di mosse in cui noi attacchiamo ed il nostro avversario si difende, ed una delle risposte dell'avversario OLTRE A PARARE LA NOSTRA MINACCIA, NE CREA A SUA VOLTA.
(Notare come il concetto sia differente da quello della mossa intermedia).
Il rischio è di ignorare nella analisi queste minacce.
Ecco un esempio, che può forse sembrare banale, ma visto che i giocatori coinvolti non sono propriamente dei fessi, probabilmente dovrebbe metterci in guardia.






Ovviamente esistono altre categorie di mosse che tendono a sfuggire all'analisi, magari le analizzeremo in un altro articolo.
Altrettanto ovviamente, il fatto di aver visto questi esempi non significa che nel futuro non vi capiterà comunque di fare errori di calcolo simili, ma la speranza è che qualche punticino in più magari lo farete.


Ed ora, come promesso, la soluzione dell'esercizio proposto all'inizio.


Scambiamo le Donne ?

La seguente partita, giocata durante l'incontro settimanale presso il Club di scacchi "Slava" del liceo "Buonarroti" di Pisa, e' secondo esemplare per evidenziare un problema tipico che si riscontra nei giocatori alle prime armi, ossia il rifiuto quasi assoluto di eliminare entrambe le Donne dalla scacchiera.
(Per la verità, nei principianti c'è anche una misteriosa tendenza a non voler essere quelli che iniziano un cambio di pezzi qualsiasi, ma questo problema forse lo affronteremo una prossima volta).
Ovviamente invece, scambiare o meno le Donne è una decisione come un'altra , da prendersi in base alle considerazioni contingenti sulla scacchiera.
Essenzialmente, se ho un vantaggio di materiale enorme, cambiare le Donne è in generale una buona idea, perché semplificando il gioco è più facile realizzare il mio vantaggio.
(Chiaramente ci sono eccezioni anche a questa "regola". Per esempio se l'avversario oltre ad essere in svantaggio di materiale ha anche il Re in pericolo, magari conservando le Donne posso arrivare ad una rapido e spettacolare matto.)
Un principiante invece, se è costretto a scegliere tra una posizione in cui ha un pedone di vantaggio, senza compenso per l'avversario, e senza le Donne sulla scacchiera, ed una posizione in cui sta peggio dell'avversario, ma con le Donne sulla scacchiera, di solito sceglie la seconda opzione.

E' secondo me importante cercare di togliere il prima possibile questa cattiva abitudine all'allievo, perché è uno dei motivi che lo distoglie da una scelta razionale della mossa da giocare.
 
Nella partita che segue, all'inizio il Bianco evita un paio di volte un cambio di Donne che lo farebbe restare in comodo vantaggio, di contro il Nero evita un cambio di Donne che gli farebbe ristabilire il completo equilibrio.

Successivamente, il Nero, per diverse mosse evita il cambio delle Donne, pur essendo in vantaggio materiale molto significativo.
Anzi alla fine "obbliga" il Bianco a spostare la propria Donna ed a "rinunciare" allo scambio, e questo finisce per costargli la partita.

domenica 11 novembre 2012

Barba e capelli

Dopo la pausa della settimana scorsa, dovuta al compleanno di Tirrenia, è ripreso il corso di scacchi per i ragazzi, come sempre tenuto presso il DLF Pisa.
Ad inizio lezione, abbiamo guardato una istruttiva partita breve, che ho "rubato" dal bellissimo Blog di Sebastiano Paulesu.
Eccola:



Durante i commenti a questa partita, Nicola mi ha chiesto come mai il Bianco non cerchi sempre di dare il Matto del Barbiere al Nero.
Ho cercato di spiegargli che questa idea non è molto saggia, per vari motivi:

  1. Se tiriamo fuori la Donna troppo presto, ogni volta che il nostro avversario la attaccherà saremo costretti a muoverla, e nel frattempo gli altri pezzi rimarranno tristemente a casa.
  2. In generale, non possiamo pretendere di lanciarci all'attacco con pochissimi pezzi in gioco, soprattutto se l'avversario è ben piazzato.
Come esempio della brutta fine che il Bianco può fare in questo caso, ho illustrato la partita Regmi-Ricci, che potete eventualmente visualizzare qui: http://nobilgiuoco.blogspot.it/2012/11/procedono-i-lavori-del-club-di-scacchi.html .
Poichè Nicola non mi sembrava ancora convinto, l'ho sfidato pubblicamente a cercare di darmi il matto del barbiere. Ecco il risultato:




Dopo ciò, abbiamo visto un po' di tatticismi, ed i bimbi poi hanno giocato qualche partita.
Ne pubblico una, tra Giacomo Sartor e Nicola Sini. Giacomo avrebbe preferito che pubblicassi l'altra, in cui lui ha sperimentato un sistema difensivo che lui stesso ha denominato La Zona Fantastica , ma magari questo sarà argomento di una prossima pubblicazione.


giovedì 8 novembre 2012

Alleniamoci a calcolare

Per imparare a visualizzare la scacchiera, e per imparare a riconoscere i tatticismi, è necessario un allenamento costante.
Questo è vero per chi sta imparando, ma anche per chi già ha raggiunto un buon livello.
A questo proposito, oltre ovviamente a raccolte di libri con esercizi, ci possono aiutare alcuni siti web, appositamente studiati.
In questo articolo ne descriverò brevemente un paio.
Il primo che voglio segnalarvi e' Ideachess .
Questo e' un ottimo sito in lingua italiana. Per iniziare ad utilizzarlo, registratevi e poi entrate.
A quel punto vi apparirà un alto un link TATTICA ELO (che corrisponde a questo indirizzo: http://www.ideachess.com/exercises).
A quel punto potete iniziare a risolvere gli esercizi che vi vengono proposti in serie.
Alla fine di ogni esercizio, vi viene proposto il tempo che ci avete messo a risolverlo, e le statistiche relativi ai precedenti tentativi  da parte di altri solutori.
Ad ogni giocatore viene assegnato un punteggio Elo, che varia a seconda delle vostre performance risolutive.
Nota: in questo sito, i problemi di tattica veri e propri si alternano con i problemi di matto in N mosse.
Eventualmente, è possibile risolvere soltanto problemi di tattica veri e propri a questo indirizzo: http://www.ideachess.com/scacchi_tattica/tattica_n .
 Non viene assegnato punteggio elo, ma l'esercizio  è comunque molto proficuo.
Un altro sito simile, in realtà preesistente a Ideachess, e' il Chess Tactics Server.
Questo sito e' in lingua inglese, ed il funzionamento e' molto simile al precedente.

Attenzione però che gli esercizi proposti dai due siti sono di natura diversa, ed infatti servono a diversi tipi di allenamento.

I problemi di Ideachess sono mediamente più difficili da risolvere, e richiedono più tempo (qualche minuto). Sono specialmente adatti a migliorare la capacità di visualizzare la scacchiera a mente.

I problemi del CTS sono mediamente più semplici, ma vanno risolti MOLTO RAPIDAMENTE (pochi secondi). Un allenamento del genere serve invece ad interiorizzare i temi tattici, in modo da riconoscerli durante la partita, quando non sappiamo che ci sono, oppure quando addirittura non sono ancora presenti sulla scacchiera, ma appaiono nelle nostre analisi mentali.

Per utilizzare al meglio questi strumenti, si dovrebbero dedicare 15 - 20 minuti al giorno, TUTTI I GIORNI, a risolvere qualche posizione. Fatelo, e noterete voi stessi i miglioramenti !