domenica 16 dicembre 2012

L'Alfiere cattivo

La penultima lezione del corso di scacchi sul mediogioco, che si svolge presso i locali del DLF di Pisa, è stata dedicata ad illustrare il concetto dell'Alfiere cattivo. Come è noto ai più un Alfiere si definisce cattivo quando un buon numero di pedoni propri si trovano sullo stesso colore delle caselle su cui l'Alfiere stesso si muove. Questo è uno svantaggio in quanto il pezzo risulta fortemente limitato nei propri movimenti. Inoltre spesso la presenza di un Alfiere cattivo si associa ad una debolezza delle case di colore opposto a quelle su cui si muove l'alfiere , in quanto queste non possono essere controllate né dai pedoni nè dall'Alfiere. In conseguenza di ciò, accade che il Re avversario abbia campo libero, oppure che un eventuale Cavallo dell'avversario abbia a disposizione case in cui è inamovibile, etc. Come primo esempio, elementare ma didatticamente utile, abbiamo visto la seguente posizione presa dall'interessante blog di Francesco Colella. Pur nella sua semplicità la posizione racchiude alcuni concetti fondamentali, quali la limitazione di mobilità in cui spesso viene a trovarsi il giocatore con l'Alfiere cattivo, che lo espone non di rado al pericolo di finire in Zugzwang. Siamo poi passati a guardare delle situazioni concrete di cui riporto un paio di esempi.

Cavallo contro Alfiere cattivo

Cavallo contro Alfiere cattivo Averbakh-Panno , Mosca 1950

Alfiere buono contro Alfiere cattivo

[caption id="attachment_110" align="aligncenter" width="300"]Alfiere buono contro Alfiere cattivo Polugaevskij-Mecking, Mar del Plata 1971[/caption]

L'alfiere cattivo nel mediogioco

Gli esempi che abbiamo visto finora, sono presi da finali di partita. Chiaramente però la presenza dell'alfiere cattivo influenza anche il mediogioco, in quanto il nostro avversario ha a disposizione l'arma dell'entrata in un finale favorevole. Addirittura a volte sin dall'apertura un giocatore può cambiare opportunamente gli alfieri e poi mettere i pedoni di conseguenza. Probabilmente in futuro vedremo qualche apertura così impostata, per ora potete vedere un esempio qui: Spassky-Byrne R. Per il momento vediamo un esempio di transizione dal mediogioco ad un finale favorevole dovuto alla presenza dell'alfiere cattivo. [caption id="attachment_111" align="aligncenter" width="300"]Transizione al finale favorevole Suetin-Matanovic, Mosca-Belgrado, 1974[/caption]  

Esercizi

Per finire, un paio di posizioni sulle quali il lettore può cimentarsi. Le soluzione verranno date entro domenica, nel frattempo chi vuole può commentare proponendo qualcosa. [caption id="attachment_113" align="alignleft" width="300"]Esercizio 1 Esercizio 1[/caption] Un esempio classico. La mossa è al Bianco. Se toccasse al Nero, egli sarebbe in zugzwang  e la partita sarebbe vinta per il Bianco. Riesce il Bianco a "passare la mossa", cioè ad arrivare nella stessa posizione ma con mossa al Nero ?     [caption id="attachment_115" align="alignleft" width="300"]Alfiere cattivo Esercizio 2[/caption] MOSSA AL NERO Questo esercizio è molto più difficile del primo. Però è molto istruttivo perché illustra il giusto modo di maneggiare i pedoni passati in questo tipo di finali, e la minore importanza che hanno i pedoni passati sostenuti rispetto a finali di soli pedoni o di pedoni e torri. Anche se non riuscite a trovare la soluzione , rifletterci su non vi farà male.  

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