martedì 27 novembre 2012

Gli arrocchi eterogenei

arrocchi eterogenei
Diagramma 1
Nella sesta lezione del corso di scacchi sul mediogioco, svolto come sempre presso il DLF di Pisa, abbiamo affrontato il tema degli arrocchi eterogenei, o contrapposti.
Quando i Re dei due giocatori sono arroccati su lati opposti della scacchiera, si sviluppa in genere una battaglia sul filo del rasoio.
Entrambi i giocatori hanno un obiettivo abbastanza chiaro, e normalmente chi riesce a precedere l'avversario nella realizzazione, anche a costo di sacrifici di materiale, ottiene il vantaggio.
E' ovvio che in posizioni del genere, il minimo dettaglio possa fare differenze enormi.
In posizioni con gli arrocchi contrapposti, svolgono di solito un ruolo primario le spinte di pedone sull'arrocco avversario, con l'idea di aprire linee e/o di creare case deboli intorno al Re avversario.
Chiaramente, non è sufficiente spingere pedoni addosso al Re avversario.
Nella situazione dinamica che si viene a creare quando ci sono arrocchi contrapposti i fattori più significativi da tenere presenti sono:

  1. Il tempo
  2. L'iniziativa
  3. Il controllo del centro
  4. La maggiore concentrazione di forze sul lato ove attacchiamo.
La posizione raffigurata nel diagramma 1, si è verificata nella Rubinstein-Teichmann, Vienna, 1908, ed illustra l'importanza di aprire linee sull'arrocco avversario, anche a costo di sacrifici, per accelerare l'attacco.

Dietro richiesta più o meno esplicita degli allievi, siamo poi passati a studiare la famosa partita Fischer-Larsen Portorose 1958, che si può trovare commentata nel libro "60 partite da ricordare" .
Visto siamo rimasti per più di due ore a districarci nel mare delle varianti e delle idee, non riporto qui tutto quello che abbiamo visto.
Chi volesse gustarsi cmq la partita, la trova ad esempio qui:

Robert James Fischer vs Bent Larsen

In questo articolo invece , illustro un'altra partita, tratta dal bel libro: The Sicilian Dragon-David Vigorito-Everyman Chess 2011
La partita in primo luogo serve in primo a rassicurare gli allievi che giocare il Dragone non equivale necessariamente a fare da agnello sacrificale all'attacco del Bianco.
In secondo luogo, illustra chiaramente come i minimi dettagli possano cambiare totalmente le sorti della partita.


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